Festina Festina! Tu non parli del Festival di Cinema e Donne?
Un paio di amiche mi hanno assalito per ricordarmi che è iniziata il 5 novembre al cinema Odeon di Firenze la 32esima edizione del Festival Internazionale dedicato alle autrici femminili. C'è tempo fino alla sera di giovedì 11 novembre per assistere alle proiezioni.
Perchè "cinema" è una parola che finisce con la a, ma il suo genere predominante è il maschile. Questo può cambiare?
Rispondo con una parte del comunicato. "Temi favoriti: infanzia e adolescenza, che comportano la definizione delle identità sessuali, con le differenti accezioni culturali che meritano delicatezza di tocco e sentire solidale, non solo materno; il rapporto tra le generazioni, anche laddove il passaggio è più difficile, come in Palestina o in Argentina, tra cesure e censure; le grandi protagoniste del fare post-coloniale; paesaggi urbani come rete di relazioni e confronto di diversità complementari; la storia ordinaria e quotidiana che corregge e completa la grande storia e le sue interpretazioni.
In realtà, fare cinema è un atto di grande insubordinazione e di estrema disciplina, un mettersi alla prova da ogni punto di vista, un saper navigare tra vari saperi e richiede un sostegno forte, che raramente si offre alle donne.
Ma anche un atto d’amore per il cinema e per la vita".Il programma in pdf cliccando qui>>Link
Il link di Laboratorio Immagine Donna>>Link
Un paio di amiche mi hanno assalito per ricordarmi che è iniziata il 5 novembre al cinema Odeon di Firenze la 32esima edizione del Festival Internazionale dedicato alle autrici femminili. C'è tempo fino alla sera di giovedì 11 novembre per assistere alle proiezioni.
Perchè "cinema" è una parola che finisce con la a, ma il suo genere predominante è il maschile. Questo può cambiare?
Rispondo con una parte del comunicato. "Temi favoriti: infanzia e adolescenza, che comportano la definizione delle identità sessuali, con le differenti accezioni culturali che meritano delicatezza di tocco e sentire solidale, non solo materno; il rapporto tra le generazioni, anche laddove il passaggio è più difficile, come in Palestina o in Argentina, tra cesure e censure; le grandi protagoniste del fare post-coloniale; paesaggi urbani come rete di relazioni e confronto di diversità complementari; la storia ordinaria e quotidiana che corregge e completa la grande storia e le sue interpretazioni.
In realtà, fare cinema è un atto di grande insubordinazione e di estrema disciplina, un mettersi alla prova da ogni punto di vista, un saper navigare tra vari saperi e richiede un sostegno forte, che raramente si offre alle donne.
Ma anche un atto d’amore per il cinema e per la vita".Il programma in pdf cliccando qui>>Link