sabato 3 dicembre 2011

Festina vino corpo vivo

Mi arrendo prima di iniziare: di vino io non ne capisco molto. So cosa mi piace, e prendo il vizio di ordinarlo spesso, e so cosa invece non mi prende in fantasia. Tra le bottiglie in cui ripongo fiducia, c'è la preziosa famiglia dei Bolgheri.
Ecco che per rispetto, per capire come gestire la mia cantinetta personale, ho chiesto aiuto al mio amico Paolo Miano. Mi ha risposto così:

Riesci a dormire con la luce accesa? Riusciresti a riposare con la televisione al massimo? A meno dieci gradi dormi senza coperte e senza riscaldamento? E a 28 gradi riesci a non aprire le finestre anche se il condizionatore consuma troppo ed è rotto? Bene. Puoi rispondere a queste domande se vuoi, ma per prima cosa, dobbiamo pensare al vino come ad un corpo vivo. Un corpo sfigato diciamolo. Uno che vive dentro una bottiglia. Cresce, diventa maggiorenne e tante volte muore dentro quella bottiglia. pensiamo che durerà in eterno, ma noi non duriamo in eterno.
Alcune volte, il vino muore per incidente. Lo dimentichiamo in mansarda ad agosto. Ritornati dalle vacanze, verso metà settembre, quando le magliette a maniche corte non bastano più, prendiamo in mano la bottiglia e ci chiediamo disonestamente sinceri "Ma sarà ancora buono?" Tu, staresti bene dopo un mese a 35 gradi nella tua soffitta? Se senti caldo puoi chiamare aiuto. Ma il vino, per lui, viene difficile bussarti nella bottiglia e dirti: "Bevimi per favore, bevimi! Non mi far morire così".
Il vino non ama gli sbalzi di temperatura. Possiamo conservarlo tra 10° e 18°. Sempre che questo passaggio di temperatura arrivi gradualmente. Teniamolo dove ci sia poca luce e forse niente. Il posto dovrebbe essere un po' umido. E dobbiamo ricordarci che vanno conservate per un anno e più solo le bottiglie che sono fatte per esserlo.
Quando aprire una bottiglia? Te lo racconto qui>>Link

Altro episodio di Cucina Edoné>>Link