
Per farsi un'idea, l'editoriale di Francesca Ronconi:
La sfida da cui nasce questo numero è raccontare la società contemporanea attraverso due sole lettere. EX è una parola di uso comune, adatta a luoghi e persone in trasformazione.
La crisi di cui tanto si parla e di cui poco si spiega, ha minato l’economia di molte famiglie. Nel 2009 sono stati oltre 40mila i lavoratori che solo in Toscana hanno perso l’impiego. Il loro mestiere è diventato un ex mestiere, la loro quotidianità è costretta a mutare.
Il processo che rende uno status un ex status, un luogo un ex luogo, un fidanzato un ex fidanzato, procede come una trattativa tra tagli e legami che rimangono. Può riguardare un contesto intimo e privato, tuttavia nella diffusione di certe caratteristiche, assume un peso collettivo.
Poco o niente resiste al cambiamento, ma spesso i tratti del passato si inglobano nelle definizioni del presente. La parola EX costituisce un indicatore utile ad orientarsi tra compromessi, sostituzioni e fasi di transizione. Ex fattorino, ex moglie, Ex Jugoslavia: nell’epoca dei contratti a termine, dei bambini con genitori divorziati, delle istanze del secessionismo, la precarietà è aspetto costante delle comuni certezze.
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