Torno adesso da un incontro di Un Palco per Firenze su Notte Bianca e Estate Fiorentina svoltosi alla Cantina Barbagianni, ristorante di via Sant'Egidio. Dopo essersi seduti insieme a cena, Giuliano da Empoli, assessore alla cultura, e alcuni giornalisti e rappresentanti della scena culturale fiorentina sono scesi per dibattere. Marco Parente ha trovato un paio di peli nelle uova dell'assessore, ma alla fine i toni si sono mantenuti confidenziali quanto prevedibile.
Ciononostante Festina ha capito un paio di cose. Intanto perchè si fa una Notte bianca: fare uscire la gente. Fare un piacere ai commercianti. Fare cultura. Si tratta di rendere le strade ai fiorentini sobri VersuS gli americani ubriachi. Renderla alle coppie giovani e agli artisti che vogliono un pubblico a giustificare (anche economicamente) le loro esibizioni. Detta così, non mi pare male. Non può parere male.
Seconda cosa capita: in certi discorsi la cultura non si capisce cos'è, perde forma, pare staccata dalla gente concreta, è una roba che piace a uno o fa schifo a un altro, poi educa, dai sottintesi la capisce meglio chi è pagato per farla, muove sempre meno soldi di quanto sarebbe necessario anche se sono gli stessi con cui si faceva roba grossa una volta. Qualcosa, di questo, non mi basta.
Note: A completare la serata, Bedtime stories, foto di Paolo Contaldo in mostra fino al 16 maggio, e tre jazzisti saltellanti, il Trittico Trio, con i loro ottoni abili a emozionarmi Onda su Onda.