martedì 4 aprile 2017

Festina il Medio Oriente è ora



Il Medio Oriente contemporaneo torna da protagonista a Firenze dal 4 al 9 aprile 2017, con la 8ª edizione di Middle East Now, il festival internazionale di cinema, documentari, arte contemporanea, musica, incontri ed eventi ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation.
Le sale di proiezione del Festval sono il Cinema La Compagnia ed il Cinema Stensen; l'edizione 2017 presenta 45 film di cui 19 cortometraggi e 39 anteprime italiane.  Il tema del festival 2017: “Urban Middle East” La dimensione urbana della vita in Medio Oriente, le città come metafora della complessità del vivere in questa parte del mondo, ma anche le città come luogo di creatività e di espressione culturale.
Andiamo a scoprire le proposte cinematografiche con un focus area per area.

Il Focus Egitto sarà uno degli highlights di questa edizione, con una selezione di anteprime che raccontano il paese in un momento più che mai critico della sua storia recente. Tra i titoli in programma il capolavoro “In the last days of the city” (2016, 118’) di Tamer Elsayed, dedicato al Cairo, sinfonia di una grande città, tra documentarismo e fiction, che rende in modo potente l’anima confusa dell’Egitto contemporaneo; il film di debutto “Whitered Green” (2016, 73’) del regista Mohammed Hammad, miglior opera prima al festival di Dubai, sulla determinazione di una giovane donna nel negoziare le tradizioni patriarcali legate al matrimonio; e ancora il documentario “Whose Country?” di Mohamed Siam (2016, 57'), ritratto impietoso di un paese attraverso le vicende di un gruppo di poliziotti del Cairo; il documentario “Happily Ever After” (2016, 71'), che segue la tormentata storia d’amore post-rivoluzione dei due registi Nada Riyadh e Ayman El Amir; e in chiusura focus il primo acclamato lungometraggio di Sherif Elbendary, uno dei più talentuosi giovani registi egiziani, che presenterà a Firenze in anteprima italiana il suo road movie “Ali, The Goat, and Ibrahim” (2016, 97’).

Grande attenzione anche alla Siria, scenario tra i più drammatici del Medio Oriente contemporaneo: film d’apertura di questa edizione sarà infatti l’anteprima italiana di “The Last Men in Aleppo” (2017, 110’), acclamato e potente documentario co-diretto dal regista siriano Feras Fayyad e dal danese Steen Johannessen, vincitore del Grand Jury Prize all’ultimo Sundance Film Festival; il film, realizzato in gran parte con materiali video girati da attivisti sul campo, proietta il pubblico nella vita quotidiana dei volontari del corpo di soccorso “White Helmets” di Aleppo, che supportano i loro concittadini tra i pericoli di una città martoriata dalla guerra.

Tra i titoli che raccontano lo scenario di Israele e Palestina, ci saranno “Junction 48” (2016, 96’) del regista israeliano Udi Aloni, premio del pubblico alla Berlinale e miglior film al Tribeca film festival, sui sogni di realizzazione personale attraverso la musica di un gruppo di giovani arabi di Lod, città mista arabo-israeliana con gravi problemi di integrazione, capitanati dal cantante hip hop Tamer Nafer, frontman del gruppo palestinese DAM; il potente “Forever Pure” (2016, 85') in cui la regista Maya Zinshtein documenta la reazione razzista dei tifosi della squadra di calcio Beitar di Gerusalemme, dopo l’acquisto di due giocatori musulmani; il documentario “Nazareth Cinema Lady” (2016, 53’) di Nurit Jacobs-Yinon, sulla storia incredibile di Safaa Dabour, musulmana molto religiosa che si batte per creare la prima cinemateca araba a Nazareth; e ancora il toccante e ironico “Waiting for Giraffes” (2016, 84’) di Marco De Stefanis, con protagonista il veterinario Dr. Sami alle prese con la sfida di riportare le giraffe – morte durante l’ultima Intifada - nello zoo di Qalqilya nei Territori Occupati.

Dal Libano tanti i titoli in anteprima italiana, tra questi “Tramontane” (2016, 105’), il pluripremiato debutto del regista Vatche Boulghourjian, presentato al festival di Cannes, lungometraggio enigmatico sulla ricerca della sua identità da parte di un giovane musicista ceco: e ancora un altro film di debutto, “Solitaire” (2016, 92’) di Sophie Butros, una dark comedy sull’incontro prematrimoniale di due famiglie - una libanese e l’altra siriana - in un villaggio del Libano.

Dalla Giordania in anteprima il cortometraggio “The Parrot” (2016, 15’) di Amjad Al Rasheed e Darin Sallam, film ironico sull’origine, l’identità e lo spirito di adattamento nella Haifa del 1948. Tra i titoli dalla Turchia arriva in anteprima italiana il documentario “Kedi” di Ceyda Torun (2016, 80’), incredibile ritratto di Istanbul vista attraverso le migliaia di gatti che storicamente abitano la città.

Dall’Iran arriva il lungometraggio “Parting” (2016, 78’), debutto alla regia di Navid Mahmoudi e film candidato agli Oscar, storia toccante di una giovane coppia di immigrati afgani che cercano di lasciare l’Iran per raggiungere l’Europa; e poi l’omaggio al grande regista Abbas Kiarostami scomparso di recente, con la proiezione del suo ultimo lavoro “Take me Home” (2016, 17’), girato tra vicoli e scalinate del sud Italia.

Dall’Afghanistan l’anteprima europea del lungometraggio “Kabullywood” di Louis Meunier (2016, 84’), che racconta l’avventura di un gruppo di giovani studenti afgani che cerca con ogni mezzo, e per contrastare il ritorno dei Talebani, di riaprire il mitico Cinema Aryub, che negli anni ’70 era la sala più alla moda di Kabul, ormai chiusa da qualche decennio.

L’anteprima italiana dall’IRAQ del film “Nowhere to Hide” di Zaradasht Ahmed (Iraq, Norvegia, Svezia, 2016, 78'), vincitore dell’ultima edizione di IDFA, il più importante festival di documentari al mondo, sull’incredibile storia dell’infermiere Nori Sharif, che negli ultimi cinque anni della sua vita ha continuato incessantemente a fare il suo lavoro nel cosiddetto “triangolo della morte”, la zona più pericolosa del centro dell’Iraq, fino all’arrivo delle truppe dell’ISIS.

In programma anche film e documentari che raccontano altri paesi e scenari del Medio Oriente, come Kurdistan, Tunisia, Arabia Saudita; continua, inoltre, il viaggio cinematografico del festival nei paesi del Golfo, per questa edizione sotto i riflettori con la Window on Oman, sezione speciale dedicata al cinema dall’Oman, paese poco conosciuto quanto affascinante, in cui si sta affermando una nuova generazione di registi emergenti.

Programma completo>>Link