Da Firenze si passa da Pontassieve o dall'Olmo per arrivare alla piazza di Santa Brigida dove ha luogo la sagra del crostino. Sabato sera c'era l'esibizione del gruppo Elixir, da Renato Zero alla Carrà, e Festina si è arrampicata al volante per le curve della strada. Arrivati quando di crostini allo stand ne erano rimasti ben pochi, abbiamo virato verso i tavoli di Nappino, ristorante pizzeria dal calore familiare. Con vista sulla pista da ballo più scatenata dei dintorni, ci siamo concessi un primo di pesce, una pizza dal nome brasiliano, un sorbetto al limone prima di gettarci nella mischia.
La sorte non è stata troppo dalla nostra parte alla pesca di beneficienza: tripudio di biglietti nulli, una candela e una scatola di pennarelli. Un biglietto = 30 centesimi.
La sorte non è stata troppo dalla nostra parte alla pesca di beneficienza: tripudio di biglietti nulli, una candela e una scatola di pennarelli. Un biglietto = 30 centesimi.
Per conoscere Santa Brigida e la sagra, c'è la possibilità di bissare stasera o il weeekend in arrivo, da giovedì 8 a domenica 11 settembre.
Per chi invece ha voglia di avventurarsi verso il Chianti senese ma passando dall'A1, vi consiglio una sagra-perla preziosa come un segreto di famiglia. Nel paesino di San Gusmè si festeggia dal 3 all'11 settembre la Festa del Luca, Luca Cava. Chi è? Vi racconto la storia:
<< Nel lontano 1888 un contadino del posto, tale Giovanni Bonechi, per invogliare i passanti a fare i suoi bisogni nel suo pezzetto di terreno, vi pose una statua in pietra da lui scolpita, così da rendere più pulito il resto del paese indicando un unico luogo da usare per i bisogni corporali, in un’epoca dove non esistevano non solo i bagni pubblici ma neanche quelli all’interno delle abitazioni; l’intento era quello di unire all’aspetto ambientale, una necessità produttiva: il refluo sarebbe poi stato utilizzato dallo stesso contadino a scopo “fertirriguo”.
La statua raffigurava un uomo accovacciato che copriva le vergogne con il suo cappello, intento nello svolgere le sue quotidiane funzioni.
Dopo tanti anni la cosa ebbe risonanza dapprima nei dintorni e poi in tante terre d’Italia, cosicché durante gli anni ‘30 alcuni “sangusmeini”, stanchi di essere derisi in continuazione, decisero di disfarsi della irriverente immagine; fu così che alcuni abitanti strapparono la statua dalla sua collocazione e la gettarono in un lago di una tenuta faonistico-venatoria della zona.
Tutto si chiuse lì per circa quarant’anni, fino a che il regista televisivo e radiofonico senese Silvio Gigli, nato nel capoluogo del comune, Castelnuovo Berardenga, conobbe la storia e se ne innamorò: fece indire un referendum popolare per chiedere la realizzazione di una nuova statua e, dopo il tribolato consenso degli abitanti, fu dato incarico al Maestro Marcello Neri delle Ceramiche Santa Caterina di Siena che plasmò l’opera in terracotta su disegno del vignettista Emilio Giannelli. Il messaggio, che vuol dare questa statua così autoironica, riprodotto in una piastrella posta accanto alla nicchia della statua è, testualmente, questo: “re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sue quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi” >>.
<< Nel lontano 1888 un contadino del posto, tale Giovanni Bonechi, per invogliare i passanti a fare i suoi bisogni nel suo pezzetto di terreno, vi pose una statua in pietra da lui scolpita, così da rendere più pulito il resto del paese indicando un unico luogo da usare per i bisogni corporali, in un’epoca dove non esistevano non solo i bagni pubblici ma neanche quelli all’interno delle abitazioni; l’intento era quello di unire all’aspetto ambientale, una necessità produttiva: il refluo sarebbe poi stato utilizzato dallo stesso contadino a scopo “fertirriguo”.
La statua raffigurava un uomo accovacciato che copriva le vergogne con il suo cappello, intento nello svolgere le sue quotidiane funzioni.
Dopo tanti anni la cosa ebbe risonanza dapprima nei dintorni e poi in tante terre d’Italia, cosicché durante gli anni ‘30 alcuni “sangusmeini”, stanchi di essere derisi in continuazione, decisero di disfarsi della irriverente immagine; fu così che alcuni abitanti strapparono la statua dalla sua collocazione e la gettarono in un lago di una tenuta faonistico-venatoria della zona.
Tutto si chiuse lì per circa quarant’anni, fino a che il regista televisivo e radiofonico senese Silvio Gigli, nato nel capoluogo del comune, Castelnuovo Berardenga, conobbe la storia e se ne innamorò: fece indire un referendum popolare per chiedere la realizzazione di una nuova statua e, dopo il tribolato consenso degli abitanti, fu dato incarico al Maestro Marcello Neri delle Ceramiche Santa Caterina di Siena che plasmò l’opera in terracotta su disegno del vignettista Emilio Giannelli. Il messaggio, che vuol dare questa statua così autoironica, riprodotto in una piastrella posta accanto alla nicchia della statua è, testualmente, questo: “re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sue quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi” >>.
Oltre al cibo, alle bancarelle, ai concerti con ospiti nazionali e alle bellezze del centro abitato e del panorama, ogni anno c'è il palio delle botti durante l'ultima domenica (11 settembre alle ore 17). Se andate non scordate la foto con la statua del Luca!