
Un concerto di FrancoBattiato è un'esperienza pari al pellegrinaggio. Segui una stella e finalmente arrivi al cospetto di quel maestro minuto e spiritoso, eccelso ed espressivo dentro la sua giacca e le scarpe comode. Accanto a te ce ne sono altri cento che sono pronti a scoppiare di applausi e strofe cantate cercando d'intonarsi a lui, che sale sulle u più acute e poi scende in poesia, in amore, in patria.
Mi sono sorpresa dell'altezza dei miei stessi pensieri, ispirati da quella musica di violini e diamanti. Come ride FrancoBattiato quando inverte le parole nei testi o se nel risalire sul palco gli si appannano gli occhiali.
E quando inizia a cantare La Cura, c'è sempre una donna accanto a me che dice all'amica "A me non me l'hanno mai detta una cosa così". E quando ci si alza in piedi e si accorre ai suoi piedi per gettare doni e sfiorarlo con le dita, ci si sente parte di un uno che non so come chiamare, ma è felicità.
"Patti chiari amicizia lunga, amici miei questa è l'ultima" ci ha salutato il maestro, poi Centro di gravità permanente, poi un bacio che si è tolto di bocca e ci ha mandato con una mano.
Un ragazzo bello alto davanti a me ha filmato un po' del finale con il suo I-phone. Prima di venire via gli ho lasciato la mail e gli ho chiesto di girarmi i link dei video. Se mi scrive vi tengo informati ;]
Questo concerto di Franco Battiato ricostruiamolo insieme: raccontami la tua parte di prospettiva!
La foto in alto è concessa da Sabrina Ingrassia, preview del reportage realizzato per www.clic-he.it
18 luglio 2011, il tuor è appena iniziato.
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