martedì 21 aprile 2015

Festina je suis noyé


Sono tre giorni che sento l'odore della cera ardente delle candele. Non mi trovo in chiesa e non ci sono lumini intorno a me, mi sa che sto intimamente celebrando il lutto per ogni morte che avviene in mare. 
Sono talmente tante che le decine diventano centinaia, nello stesso mar Mediterraneo dove ci spogliamo per abbronzare la pelle.
I migranti che salgono sui barconi hanno il coraggio di avere la pelle nera per davvero. In un mondo che ti fa sentire alcuni esseri più umani degli altri, alcune morti più vicine di altre. Abbiamo categorie di appartenenza ed identità stratificate come le cipolle e gridiamo allo scandalo e all'orrore solo quando le vittime sono come noi.
Io mi sento migrante e nera, io sono in lutto e le candele continuano a bruciare.