giovedì 18 agosto 2016

Festina in Bosnia-He: Stari Most

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Siamo arrivate a Mostar che sono le sette di sera.

Tre ore ci sono volute soltanto per varcare la frontiera dalla Croazia dopo una lunga fila e la minaccia di non poter proseguire non disponendo di copia dei documenti assicurativi della macchina. 
Ma il destino è stato benevolo e alle sette di sera siamo arrivate in città. 


Ho guidato andando a naso e dirigendomi in prossimità del ponte sul lato ovest. Avrei scoperto più tardi di essere sulla parte croata, cristiana, contrassegnata da una croce alta sul colle a ridosso della città. Il parcheggiatore dello spazio a pagamento di lato al nuovo hotel Hilton in costruzione ci ha raccomandato una pensione (Mostar Pansion) e lasciato il borsone nella camera (30 euro a notte per due persone) siamo andate ad innamorarci dello Stari Most.

Le vie scivolose che conducono al celebre ponte, distrutto nel 1993 durante il conflitto e ricostruito nel 2003, sono zeppe di attrazioni turistiche, tra ristoranti e bazar. L'odore della carne sulla griglia, servita in ogni dove con pite di pane caldo, si mescola al vociare di una folla eccitata. I prodotti di artigianato spaziano dai tappeti alle suppellettili d'epoca bellica, ed è a questo punto della storia che fa la sua comparsa il meraviglioso Bola.

In tanti a Mostar parlano un po' di italiano, quello che rende Bola speciale è il suo avere qualcosa di interessante da dire. Settantenne, bosniaco, commerciante nella bottega che la famiglia si passa da generazioni, da giovane era un abile tuffatore che si esibiva proprio dal ponte sulla Neretva. Ci mostra un libro che lo ritrae e lo immortala, così fiero che anche i suoi nipoti ed i nipoti dei loro nipoti potranno ricordare la storia.

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