martedì 19 luglio 2011

Festina e FrancoBattiato

Mi si è attaccata ai polmoni una sensazione di pienezza appena è partito l'attacco della prima canzone. Ieri sera in piazza duomo a Prato, una folla rapita ha seguito il concerto di (lo dico tutto d'un fiato) FrancoBattiato. Chissà perchè non Firenze tra le date, scelta in Toscana una piccola città.

Un concerto di FrancoBattiato è un'esperienza pari al pellegrinaggio. Segui una stella e finalmente arrivi al cospetto di quel maestro minuto e spiritoso, eccelso ed espressivo dentro la sua giacca e le scarpe comode. Accanto a te ce ne sono altri cento che sono pronti a scoppiare di applausi e strofe cantate cercando d'intonarsi a lui, che sale sulle u più acute e poi scende in poesia, in amore, in patria.
Mi sono sorpresa dell'altezza dei miei stessi pensieri, ispirati da quella musica di violini e diamanti. Come ride FrancoBattiato quando inverte le parole nei testi o se nel risalire sul palco gli si appannano gli occhiali.
E quando inizia a cantare La Cura, c'è sempre una donna accanto a me che dice all'amica "A me non me l'hanno mai detta una cosa così". E quando ci si alza in piedi e si accorre ai suoi piedi per gettare doni e sfiorarlo con le dita, ci si sente parte di un uno che non so come chiamare, ma è felicità.
"Patti chiari amicizia lunga, amici miei questa è l'ultima" ci ha salutato il maestro, poi Centro di gravità permanente, poi un bacio che si è tolto di bocca e ci ha mandato con una mano.
Un ragazzo bello alto davanti a me ha filmato un po' del finale con il suo I-phone. Prima di venire via gli ho lasciato la mail e gli ho chiesto di girarmi i link dei video. Se mi scrive vi tengo informati ;]

Questo concerto di Franco Battiato ricostruiamolo insieme: raccontami la tua parte di prospettiva!
La foto in alto è concessa da Sabrina Ingrassia, preview del reportage realizzato per www.clic-he.it
18 luglio 2011, il tuor è appena iniziato.
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